domenica 4 maggio 2008

Vecchie Fornaci

Via R. Luciano - Loc. Badia - Corpo di Cava dei Tirreni
Tel.: 089 461313 chiuso il ??
Tipo di cucina : casereccia
Fascia di prezzo : media
Valutazione complessiva: 3/5

Come arrivare : da Salerno, proseguite sulla statale 18 in direzione di Cava de' Tirreni, poco prima di giungere al paese girate a sinistra in direzione della Badia, e seguite le indicazioni per il locale. Attenzione: la strada non è per nulla agevole e presenta diverse strettoie con semafori e sensi unici alternati.

Ci troviamo nell'amena località di Corpo di Cava, sede dell'ormai millenaria abbazia consacrata alla Madonna, protetta dal mare della divina costa dai massicci montuosi dei Lattari, in primis il Falerio e l'Avvocata. Siamo dunque alle spalle di Cetara, che in linea d'aria dista poche centinaia di metri, ma è raggiungibile dopo circa 10 chilometri di strade. Qui, fra boschi di quercia, castagno e frassino sorge il ristorante "Vecchie Fornaci", immerso in una tenuta privata dove vengono allevati animali selvatici (si lo so, è un paradosso, ma per cucinarli è meglio tenerli a bada, se no all'ordinazione mica il cuoco può mettersi a caccia) come cinghiali e daini, che costituiscono la base culinaria del locale. Come è lecito aspettarsi, il ristorante al suo interno è arredato come una vecchia cascina per la caccia, con trofei al muro, inserti in pietra ed un grande camino stranamente spento, nonostante il freddo che si soffre in sala. Sala peraltro molto ampia e capiente, capace di ospitare tranquillamente piccoli ricevimenti. Degno di nota il bagno, molto spazioso se si pensa alla concorrenza, e soprattutto pulito. I camerieri sono vestiti in nero con gilet personalizzato e camicia bianca, e comunicano un certo senso di professionalità. Qui però, aimè, finiscono le note positive del locale, in quanto quella che mi accingo a narrare è la cronaca di una delusione culinaria bella e buona. A parte il freddo persistente di cui ho già detto, la veradelusione del ristorante è la lentezza esasperante dei camerieri, che con una pratica irritante e sicuramente poco professionale si dedicano prima alla cura dei clienti abituali, che si riconoscono dal fatto che appena entrati scambiano baci e abbracci con le maestranze, invece di un semplice e più corretto, nei confronti degli altri commensali, buonasera. L'unica cosa che arriva (quasi) subito è l'antipasto misto della casa, composto da salumi e formaggi, più due elementi dascegliere dal buffett: peccato che la scelta nel mio caso sia stata effettuata preventivamente e senza il mio consenso dal cameriere, che ha ritenuto opportuno servire due miseri rettangolini di melenzane con mozzarella. Aldilà di questo, l'appetizer si presenta buono, accompagnato da un rosso di giusto corpo e servito ad una consona temperatura, unica pecca il pane dal gusto decisamente troppo toscano, cioè senza sale. Passiamo al primo, e la scelta cade sui ravioli ai porcini, buoni ma serviti con un condimento decisamente troppo freddo, sintomo di una separata preparazione del piatto che non ha permesso alla pasta di amalgamarsi con la panna. Dopo il primo piatto, cala il sipario sui nostri stomaci. Nonostante avessimo ordinato insieme alla pasta anche il misto di carne di cinghialle alla brace, per avere il tanto agognato secondo piattobisogna aspettare la bellezza di 45 minuti (!), durante i quali possiamo osservare persone appena arrivate degustare praticamente tutto il menù. Dopo appunto 45 minuti arriva finalmente la carne, servita cruda, e trattandosi di salsiccia e bistecca potete immaginare il risultato di una scarsa cottura. Come magra consolazione un contorno di patatine, surgelate ma dal taglio alternativo, in modo da sembrare fresche. Cerchiamo di chiudere in bellezza con una porzione di cubana, e fin qui va bene, ma a posto del limoncello richiesto ci viene portato un bichierino di finocchietto. La misura è colma, il pranzo è finito e ci accinghiamo ad andare via, ma dopo aver pagato i 32 euro del conto finalmente capisco il perchè di un volantino pubblicizzato all'interno del locale, che reclamizza la possibilità di effettuare escursioni a piedi nei dintorni del ristorante: è quello il miglior modo per ingannare l'attesa del secondo!P.S.: nonostante siamo in periodo natalizio, è venuta fuori in questa occasione la recensione più cattiva dell'intero blog. Ciò comunque non mi impedisce di fare i migliori auguri di buon Natale a tutti i miei cari lettori, e di un buon anno di ottime e succulente prelibatezze gastronomiche. Auguroni!

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